«Persone fidate, sicurezza e salute»

07.07.2024 Altri temi

Abbiamo parlato con Michèle e Manu Burkart di cosa intendono per vivere bene e per qualità della vita per sé e per i loro figli.

Cosa significa per voi qualità della vita?

Vivere in una società in cui si praticano libertà di espressione, tolleranza e prudenza.

È sempre stato così oppure la vostra definizione personale di qualità della vita è cambiata con l’avanzare dell’età?

Naturalmente la formulazione precedente è una definizione matura. Al giorno d’oggi, però, sono proprio questi concetti quelli di cui diventiamo più consapevoli che mai. Non è affatto scontato poter vivere in «pace». Il fatto che si crescano o meno dei figli è sicuramente importante. Ma giovani o vecchi, con o senza figli, liberalità, libertà, amore e salute influiscono positivamente o negativamente sulla qualità della vita.

Secondo voi cosa serve per vivere bene?

Persone fidate, sicurezza e salute.

Fino a che punto la sostenibilità svolge un ruolo nella vostra vita di tutti i giorni?

Cerchiamo costantemente di ridurre la nostra impronta ecologica. Ma c’è ancora un po’ di margine di miglioramento. Se le persone vogliono fare qualcosa per il clima, devono imparare a rinunciare. Rinunciare al consumo quotidiano di carne, ai prodotti ottenuti con sistemi dannosi, ai viaggi in aereo, solo per citare alcune cose. È difficile farlo. Lo è anche per noi.

Secondo voi, che significato hanno la comunità e l’impegno sociale per la qualità della vita?

Un significato immenso. Non sentirsi soli, potersi confrontare ed essere ascoltati sono fattori essenziali per la qualità della vita.

Come vi impegnate nella vostra quotidianità per la comunità?

Coltiviamo molti contatti sociali e amicizie strette, ma anche tante relazioni tra colleghi, in cui il pensiero sociale è al centro. Coinvolgere le persone, chiedere come stanno, mostrare interesse e curare i contatti.

Come educate i vostri figli affinché diventino persone socialmente impegnate?

Ai nostri occhi c’è solo una cosa. Dare l’esempio in prima persona. Questo è di gran lunga il modo più efficace di «educare». «Educare» i figli è impossibile. Ma possiamo dare il buon esempio ed essere un modello.  Naturalmente possiamo insegnare delle cose ai nostri figli e porre loro dei limiti, ma la cosa fondamentale è – e spesso sembra che ce ne dimentichiamo – ciò che facciamo tutto il giorno. I bambini percepiscono e imitano tutto ciò che noi adulti facciamo. Se vogliamo che diventino persone con dei valori, dobbiamo dare l’esempio.

Pensando al futuro: cosa vi rende ottimisti e cosa vi rende pessimisti per quanto riguarda la qualità della vita delle generazioni future?

È abbastanza facile rispondere a questa domanda. Il riscaldamento globale e la pace ci rendono pessimisti. Quanti uomini cattivi e corrotti occupano le più alte cariche di governo in tanti paesi. Questo mi fa riflettere. Cerchiamo di suscitare nei nostri figli la curiosità per le tematiche politiche e sociali in modo consono alla loro età. Ci rendono ottimisti tutte le brave persone che ancora esistono al mondo. Tutte le cose belle che spesso affondano nella palude della marea mediatica di notizie negative. Ecco perché il nostro consiglio (ispirato al libro «Smetti di leggere notizie» di Ralf Dobelli) è quello di evitare il consumo di notizie e di informarsi sugli avvenimenti mondiali tramite le riviste specializzate. Il giornalismo è degenerato in un’enorme industria dell’intrattenimento, in cui le notizie vengono comunicate in modo indifferenziato e sensazionalistico.

 

 

Responsabile del contenuto:

David Becker

Rapporti sull'impatto dei nostri progetti e i singoli destini che li accompagnano sono ciò che mi motiva ogni giorno a fare ricerca e a scrivere.

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